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La Birra

La birra ha radici antichissime, dato che le prime testimonianze dell'uso di questa bevanda risalgono a circa 6000 anni fa ed è addirittura citata nel famoso Poema di Gilgamesh, derivato dalla mitologia sumerica. E' certo che ha avuto un ruolo fondamentale all'interno delle civiltà mesopotamiche e dell'Egitto dei Faraoni, che ne possedevano vere e proprie fabbriche, ma era conosciuta (con alcune varianti) a diversi popoli in molte aree del mondo, e ha conosciuto diverse trasformazioni nel corso dei secoli, dovute sia a scelte volte a modificarne il gusto e il tenore alcolico, sia a innovazioni tecniche. In parte dell'Europa fu utilizzata per molti secoli al posto dell'acqua, in quanto era ritenuta non a torto più salubre: infatti, non era raro all'epoca che le fonti d'acqua a disposizione fossero infette, e dal momento che l'acqua utilizzata per produrre birra veniva fatta bollire eliminando così buona parte degli agenti patogeni.

Questa bevanda si ottiene per fermentazione dal malto d'orzo oppure di altri cereali di buona qualità, che vengono prima immersi in acqua per ottenere la loro germinazione, processo che viene arrestato dopo circa una settimana per essiccazione oppure torrefazione. Il cereale maltato viene quindi macinato e mescolato con acqua tiepida, che viene successivamente riscaldata. Il malto si trasforma quindi in mosto, a seguito della conversione dell'amido in esso contenuto in maltosio, uno zucchero. Il mosto viene depurato delle sue componenti insolubili (dette trebbie) e quindi bollito (per un periodo di tempo variabile da 1 a 2 ore e mezza a seconda del tipo di birra) all'interno di una caldaia (le più tradizionali sono di rame). Durante la cottura avviene l'aggiunta del luppolo, che conferisce il caratteristico sapore amarognolo e un particolare profumo; se la temperatura raggiunta è almeno di 60 gradi centigradi la birra si definisce pastorizzata, dal momento che sono stati distrutti alcuni microorganismi presenti ed è quindi possibile conservare il prodotto più a lungo (quasi tutte le birre “industriali” sono sottoposte a questo trattamento, spesso invece evitato dai produttori di birra artigianale).

Si passa quindi alla fermentazione primaria (della durata di 3 o 4 giorni): il liquido dev'essere raffreddato a una temperatura variabile tra i 4 ai 6 gradi per le birre a bassa fermentazione (le più diffuse) oppure tra i 15 ai 20 gradi per le birre ad alta fermentazione (le più tradizionali, apprezzate soprattutto da un circuito di appassionati) ed avviene l'aggiunta del lievito (anche questo è diverso a seconda del tipo di fermentazione).

La fermentazione secondaria (detta anche maturazione) prevede che la birra “giovane” venga messa in dei tini di grandi dimensioni (solitamente in acciaio) per circa 4 o 5 settimane (ma possono diventare anche alcuni mesi nel caso di birre particolarmente pregiate). In questo periodo la birra acquista il suo gusto definitivo e i suoi ingredienti raggiungono un migliore equilibro di sapori. Successivamente la birra viene filtrata e infine imbottigliata o travasata in fusti.

Alcune varietà particolari di birra fermentano una terza volta in bottiglia, all'interno della quale viene immesso del lievito: è il caso delle birre di frumento (weizen, in tedesco) o di alcune strong ale, dalla elevata gradazione alcolica e dal gusto deciso.

Tipi di birra

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