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“Vini speciali” è
una definizione che si applica in Italia a diverse categorie di prodotti
ottenuti a partire dal vino
I vini liquorosi sono bevande alcoliche a gradazione
relativamente elevata (16 – 20°) preparati trasformando un
vino ricavato da particolari vitigni, e di gradazione alcolica non inferiore
ai 12°, mediante processi di concentrazione a freddo,
oppure aggiungendo un agente “fortificante” che innalzi
la gradazione alcolica, come l'alcol etilico, l'acquavite o
il mosto concentrato. Il più famoso vino liquoroso
italiano è il Marsala, mentre all'estero sono
rinomati il Porto (particolarmente apprezzato nel Regno
Unito) e il Madeira. Rientrano in questa categoria
anche il Vermouth e lo Sherry.
I vini aromatizzati, come suggerisce il nome, sono
“arricchiti” con aromi naturali o artificiali
(in quest'ultimo caso è obbligatorio indicare sull'etichetta
gli additivi impiegati) e generalmente la loro gradazione viene
aumentata in maniera simile a quanto avviene per i vini liquorosi.
La “base” migliore per un vino aromatizzato è solitamente
un vino bianco dal gusto non troppo deciso, con una gradazione alcolica
di almeno 10°.
I vini spumanti sono caratterizzati dalla presenza
di spuma all'apertura della bottiglia. Solitamente
si utilizzano più fermentazioni, di cui una
in bottiglia, per conferire il giusto apporto di anidride
carbonica prodotta naturalmente oppure aggiunta
artificialmente in seguito. Il primo metodo produce spumanti
di qualità nettamente superiore, tra cui il famoso champagne
francese e i migliori spumanti italiani. I metodi naturali comprendono:
1 – Il metodo classico o Champenois: la fermentazione
in bottiglia viene indotta tramite l'aggiunta di un particolare sciroppo
zuccherino che aumenta tra l'altro in modo abbastanza sensibile la
gradazione alcolica. Le ricette di questo sciroppo (in francese Liqueur
d'expedition)
sono segreti gelosamente custoditi dalle più prestigiose cantine.
Uno dei metodo classico più famoso è il Franciacorta declinato nelle
versioni brut, millesimato, satén, rosè.
2 – il metodo Charmat o dei grandi recipienti:
questo metodo, altamente tecnologico, prevede che il vino fermenti in
grandi contenitori a tenuta stagna e pressione costante
per produrre uno spumante molto aromatico.
3 – il sistema Marone – Cinzano:
una sorta di via di mezzo tra i due sistemi sopra esposti, non è
quasi più utilizzato da alcuna cantina.
Esistono in Italia due denominazioni di qualità specifiche
per gli spumanti: VSQ (ossia Vino Spumante di Qualità)
e VSQPRD (Vino Spumante di Qualità Prodotto
in Regioni Determinate). Entrambe comportano che il tenore alcolico
complessivo (costituito dalla somma tra la quantità di alcol
presente nella bottiglia e quella che si potrebbe potenzialmente
sviluppare per fermentazione degli zuccheri residui) non sia
inferiore ai 9°. Nel secondo caso, inoltre, la zona di
raccolta delle uve è limitata a una specifica area geografica
stabilita da un apposito disciplinare di produzione.
I vini passiti vengono spesso inclusi nei vini speciali,
anche se a livello legale sono vini normali, dal momento che non subiscono
l'aggiunta di alcun agente fortificante. La loro particolarità
risiede nel fatto che sono ricavati da uve appassite,
ossia private di buona parte del loro contenuto di acqua. Gli acini
presentano un maggior contenuto zuccherino, quindi potenzialmente il
vino ha un maggiore tasso alcolico; inoltre, il processo di appassimento
spesso sviluppa sapori particolari non riscontrabili in altri tipi di
vino.
L'appassimento può essere di due tipi:
- naturale, nel caso in cui l'uva sia lasciata appassire
direttamente sulla vite, a volte con l'ausilio di alcune
muffe come ad esempio la Botrytìs Cinerea (in
questo caso di parla di uve “botritizzate”)
che attaccano gli acini conferendo aromi unici e particolarmente complessi
(esempi famosi sono il Sauternes e il Tokaj;
- forzato o artificiale, quando l'uva è prima
vendemmiata (solitamente in anticipo rispetto a quanto avviene per quella
destinata a vini normali) e poi lasciata appassire all'aperto (appesa
oppure distesa su stuoie o graticci) oppure al chiuso, in ambienti controllati
per quanto riguarda la temperatura e il grado di umidità. Il
Passito di Lampedusa e i Vin Santi sono
esempi tipici di passito “artificiale”.
Una tecnica particolare è l'estrazione a freddo:
le uve appena vendemmiate sono lasciate a temperature molto rigide (alcuni
gradi sottozero) per una notte, quindi immediatamente pressate, in modo
che il mosto sia ricavato solo dagli acini più maturi,
più zuccherini, e abbia quindi un maggiore contenuto di alcol.
I vini passiti liquorosi, oltre ai procedimenti appena
descritti, vengono fortificati in maniera simile ai vini liquorosi,
per aumentarne il tenore alcolico.
I vini frizzanti hanno un elevato contenuto di anidride
carbonica, che può essere sviluppata in modo naturale,
con un metodo analogo allo Charmat ma tempi di rifermentazione inferiori,
oppure artificialmente, con l'aggiunta di anidride
carbonica iniettata mediante apposite pompe. La qualità dei vini
frizzanti naturali è generalmente superiore a quella dei loro
omologhi articiali.
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